APRILIA – APPELLO PER DARE ATTUAZIONE AL PIANO PER L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

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L’architetto Roberto Nardinocchi e l’ingegner Fabio Marchetti presidente di Assinarch rincarano: “Basta propaganda su questi temi, serve fare”

Tra le soluzioni: allargare la discussione a cittadini e quartieri, indicare delle priorità e intervenire anche sui privati

 

di Riccardo Toffoli

Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche l’appello dell’ingegner Fabio Marchetti presidente dell’Assinarch e dell’architetto Roberto Nardinocchi: “è finita l’epoca della propaganda, bisogna fare”. L’appello arriva dopo l’impegno assunto dal nuovo sindaco Lanfranco Principi che in campagna elettorale ha rilanciato il tema della disabilità e del superamento delle barriere architettoniche. Durante la scorsa consiliatura, il Consiglio comunale all’unanimità ha votato il Peba che è appunto il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche. L’appello che arriva dai due noti tecnici apriliani è di continuare su questa strada ma di allargare la visuale a tutta la città, dare delle priorità d’intervento e soprattutto iniziare a fare. “Le barriere architettoniche sono una problematica fondamentale che attiene ai diritti dei cittadini come gli anziani e i diversamente abili –ha detto Marchetti- che hanno tutto il diritto di muoversi liberamente nella nostra città. Ci sono delle ricadute costituzionali e leggi esistenti come la 104 del 1992 che vanno a tratteggiare le vie da percorrere per fare in modo che tutti i cittadini non si sentano discriminati”. La strada da percorrere è quella tratteggiata dal Peba. “Noi oggi abbiamo un piano di eliminazione delle barriere architettoniche che è stato approvato dal Consiglio comunale di Aprilia all’unanimità durante l’amministrazione precedente. –ha continuato Marchetti- Tutto l’arco consiliare politico è d’accordo sul mettere mano a questa importante problematica. Si parla ora di dati di fatto. Oggi abbiamo una popolazione che tendenzialmente va nella direzione di un progressivo invecchiamento. La scienza medica si è portata molto avanti. Tutto questo pone dei problemi nel dover gestire tanti anziani con difficoltà deambulatorie. La nostra società ha bisogno di risposte di queste fasce di popolazione sempre più in crescita che non possono avere barriere architettoniche. Il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche deve essere legato anche al piano della mobilità sostenibile. Si parla di design for all oppure di universal design. Sono delle metodologie di progettazione per salvaguardia della massima fruibilità delle città da parte di tutti. Anche l’autorità giudiziaria si va occupando della problematica e sentenzia contro le amministrazioni pubbliche che non si vanno a mettere in regola”. “Il Peba approvato in Consiglio comunale però –riprende l’architetto Nardinocchi- non è noto e non si trova consultabile sul sito del Comune. Intanto bisogna dare degli ordini di priorità. Non si può pensare di risolvere tutte le problematiche nell’arco anche di una consiliatura comunale. Vanno quindi individuate le priorità d’intervento. Per l’individuazione di queste priorità, credo sia necessario sentire la popolazione e i quartieri. Inoltre, oltre alla parte pubblica bisogna intervenire anche su quella privata. Ma come? Incentivando. Chi nella realizzazione di un edificio per civile abitazione rende accessibili i piani terra o i primi piani, può giovarsi ad esempio di uno scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria. Il Comune non tira fuori un centesimo e il privato si sentirebbe indotto ad operarsi. Serve però una programmazione su queste cose”. “Si può partire dal Peba –dicono entrambi i tecnici- e allargarlo alla città e alla consultazione popolare. Il nostro paese è fatto di libri dei sogni che molto spesso però rimangono sempre tali. Noi cerchiamo di dare un contributo che sia fattibile e spendibile. Questi argomenti si sono prestati in passato alla propaganda politica e ad interventi spot, ma è ora di dare attuazione a questi piani e bisogna fare”.