Uccisione Mario Rega: un silenzio divenuto vergognoso!

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di Antonella Bonaffini
Lui è Mario Cervello Rega. Svolgeva la professione di vice brigadiere a Roma ed aveva 35 anni. Lui è stato ucciso da due giovani americani, venuti a Roma in vacanza. Lui è Mario, il collega che quella sera aveva portato i gelati in caserma a tutti i suoi colleghi, che aveva dato un bacio alla sua giovane moglie Rosa Maria, lui è Mario l’ennesima vittima di una Nazione che sembra dimenticare troppo in fretta i suoi morti, soprattutto quelli che indossano una divisa. Nessuno ormai da giorni parla più di questo omicidio, i telegiornali sembra non abbiano aggiornamenti da dare, nessuno parla di Mario, come se tutto fosse fermo. A che punto sono le indagini e perché si ha la vergognosa sensazione che i riflettori debbano rimaner spenti su quanto realmente accaduto? Perché forse, chi ha confessato l’omicidio è Americano, come chi lo accompagnava del resto. Il delitto è stato confessato, l’arma è stata ritrovata ancora sporca di sangue, nascosta nel controsoffitto della camera di albergo che ospitava i ragazzi, insieme ad un flacone di psicofarmaci. Quella notte, entrambi i ragazzi hanno dichiarato di aver bevuto. Alcolici, psicofarmaci, droga, un mix devastante che ha portato all’uccisione di Mario. L’ unica certezza è che i due ragazzi in questo momento si trovano rinchiusi in uno delle carceri della capitale e che i loro avvocati, stanno facendo carte false per portare avanti una linea difensiva che ne sancisca la scarcerazione. Gli imputati hanno dichiarato che non avevano compreso che Mario fosse un carabiniere, come se uccidere una qualsiasi altra persona fosse invece una cosa lecita. Mio figlio è una brava persona, ha riferito il padre, peccato che undici coltellate non denotino innato perbenismo ma un’ intenzionalità che non può e non deve prevedere alcun tipo di confutazione. E noi auspichiamo che di Mario, del carabiniere buono, proteso al prossimo, qualcuno si decida a parlare, che questo silenzio non debba vestire i panni della vergogna, perché le braghe ce le siamo già calate dinanzi alla signora Europa.u Seguitarlo a fare anche dinanzi agli Americani, sarebbe veramente troppo!