Omicidio Mario Cerciello Rega : gli avvocati puntano al paventato pericolo

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di Antonella Bonaffini

E punta adesso sul paventato pericolo la difesa di Fennegan Lee Elder. L’imputato reo confesso, a solo pochi giorni dall’uccisione del Vice  riferisce di aver avuto la sensazione che “quell’uomo dall’aria strana” lo volesse strangolare, una difesa la sua che dubitiamo porterà lui ed i suoi legali molto lontano e che potrà tenere a processo.

Al di là delle persone coinvolte, delle incertezze relative alle rivelazioni fatte da Brugiatelli, colui che mediò con il pusher, nonché come la persona che telefonicamente avrebbe richiesto l’intervento dei carabinieri, di certe ed il alcun modo confutabili, ci sono undici coltellate inferte ad un carabiniere, noto a tutti per la sua straordinaria bontà e per la sua attitudine ad aiutare il prossimo, undici coltellate inferte ad un figlio, ad un fratello, ad un marito, ad una persona che quella maledetta notte, non meritava di incontrare la morte. E se sui social ha destato scalpore la foto del secondo ragazzo coinvolto in questa orribile vicenda, legato e con una benda in volto, tanto da rubare la prima pagina di testate importanti, sia Italiane che Estere, appare surreale quanto affermato dall’avvocato Craig Peters :

«È spiacevole, anche se comprensibile, che si sia giunti velocemente ad una valutazione di questo caso. Noi percepiamo unitamente sia la tragedia della morte di Rega, sia il fatto che Finnegan sia stato condannato ingiustamente – ha detto l’avvocato Peters davanti alla casa degli Elder, leggendo un breve comunicato – La verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa. Abbiamo l’impressione che l’opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi».

Indipendentemente dai punti ancora incerti che questa vicenda sembra presentare, dati dal fatto che il vice brigadiere non avesse con se la pistola, che sembra inverosimile che un personaggio dubbio come Brugiatelli avesse richiesto l’intervento dei carabinieri, vi è una confessione, una confessione piena, che non lascia spazio ad equivoci e che è resa ancor più forte dal ritrovamento dello stesso coltello usato, e lo ricorderemo sempre, per infliggere a Mario Cerciello Rega non una ma ben undici coltellate e nascosto dopo sul controsoffitto della camera di albergo che ospitava i due ragazzi e che gli investigatori, ritrovarono ancora sporco di sangue. Dall’esame autoptico si evince che la lama sarebbe entrata nel corpo di Mario più volte per ben diciotto centimetri, compromettendo gli organi più importanti. Undici coltellate non denotato paura, non denotano timore, denotano una rabbia convulsa e non controllata, una foga omicida data probabilmente dall’assunzione di alcol e droga che per l’appunto, aveva un solo scopo, uno scopo che nulla aveva a che fare con una reazione di tipo difensivo ma che palesa un’unica intenzione: quella di uccidere. Un uomo colpito al petto con un coltello, è un uomo indebolito che non può più difendersi ed è li forse che Fennegan Lee Elder crede di poter avere la meglio, di poter guadagnare la fuga, affondando su Cerciello Rega con tutta la sua rabbia.

I punti oscuri di questa travagliata vicenda andranno certamente chiariti e per questo ci sono le aule dei tribunali ma auspichiamo che la condanna per quanto accaduto sia davvero esemplare, senza attenuanti di sorta. Se il delitto fosse stato compiuto da Lee Elder nel suo di paese, di sconti non ce ne sarebbero stati ma da tempo, in molti si sono convinti che la nostra Italia sia davvero diventato il paese dei balocchi ed il rischio è quello che dinanzi ad una confessione, dinanzi al ritrovamento di un’arma, si generi la convinzione di poterla fare franca, come se il dolore provato da quella madre, il dolore provato da quella sposa, il dolore per una giovane vita rubata, non avesse valore. La parola adesso andrà ai giudici ma ai legali di Elder noi rispondiamo che al di là del resoconto incompleto della verità degli eventi, che a loro avviso è stato dato all’opinione pubblica, l’Italia vera, l’Italia che ancora crede, l’Italia che non si nasconde dietro alcuna benda, oggi si aspetta che dinanzi all’uccisione di un uomo, per chi ha avuto il coraggio di massacrarlo colpendolo undici volte, la pena sia non soltanto certa ma soprattutto adeguata. Senza ma o se che possano alcunchè giustificare.