ARDEA – Farmacie comunali altro rebus, confermata l’incapacità della giunta Savarese.

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              Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato dal Comune di Ardea, per chiedere l’annullamento della scorsa sentenza del TAR del Lazio avversa alle scelte amministrative e politiche del Comune di Ardea. Il ricorso pendeva sulla non assegnazione delle farmacie alla Farmacia Bartolomucci, l’ente improvvisamente ha revocato il bando per intraprendere il partenariato, ha revocato la gara per la concessione delle farmacie, una gara già in corso in cui si è sentita parte lesa la concorrente Bartolomucci, in quanto il Comune non intendeva più concedere le farmacie come da bando ed intraprendere un’altra strada (Partenariato)  Dalla scorsa sentenza del Tar 4700/2020, i giudici dichiarano sulla sentenza “L’azione di annullamento va accolta e per l’effetto il provvedimento impugnato va annullato” questo scrivono i giudici dando così torto al Comune di Ardea. A pesare sulla decisione , si legge nel documento è stata tra le altre “La irragionevolezza delle motivazioni alla base della determinazione questo scrivono i giudici, in rapporto alle evidenze in atti adottata dall’ente, scarsamente perspicue ed anche contraddittoria e in rapporto alle evidenze in atti”.                                                    La questione farmacie è molto travagliata. La farmacia di Tor San Lorenzo è stata chiusa da circa tre anni ed ora riaperta. Una battaglia portata avanti per ben due anni attraverso interrogazioni, interpellanze e mozioni, ultimo step presentai un’ interpellanza richiedendo agli organi in carica la riapertura della farmacia di Tor San Lorenzo , sottolineando anche i canoni di locazione che venivano versati a fondo perduto senza far operare la farmacia. Questo era inaccettabile, era inaccettabile soprattutto l’interruzione di pubblico servizio che si era venuta a creare i questi anni nei confronti della cittadinanza . Inviai tutto agli organi preposti di competenza tra cui all’organo di vigilanza delle farmacie comunali Asl Roma 6 , e alla procura della corte dei conti. La storia delle farmacie da parte dell’amministrazione comunale è la seguente: ha avuto inizio da due relazioni da parte della segretaria generale con nota n. 42910 del 18.07.2019 dove la segretaria generale , comunicava una forma di affidamento del servizio farmaceutico comunale diversa da quella attuale, a questa nota, fa seguito un’altra nota della segretaria generale, dove con la presente si rappresenta che si rende necessario verificare se sussistono concreti motivi di interesse pubblico tali da rendere inopportuna la prosecuzione della gara……nota n. 52364 del 17.09.2019.

A seguito di queste note il 29.10.2019 subentra una relazione del Dirigente dell’area IV, …..” n. 53551, dove sottoscrive” ….si valuta opportuno di non procedere all’aggiudicazione decisiva e sottoscrizione del contratto di concessione , di revocare la procedura di gara e di avviare una nuova procedura di partenariato per la gestione delle farmacie comunali” . Il 12.11.2019 delibera n. 105 atto di indirizzo per la procedura di gara per la gestione delle farmacie attraverso una forma di partenariato pubblico-privato per l’affidamento in gestione delle sedi farmaceutiche….                                                                                                      Infine la determina di gara del giorno 22.11.2019 n. 1731/72019 dell’assessore preposto alle Finanze e al Bilancio dove espressamente dice “ di procedere alla revoca dell’aggiudicazione provvisoria emessa in favore dalla società Farmacia Bartolomucci S.A.S, nonché tutti gli atti e provvedimenti presupposti ivi compreso il bando di gara”                                                                                                            A dire il vero una procedura insolita che ha determinato il rebus farmacie, in quanto le decisioni sono state irragionevoli sin dall’inizio determinate forse dalla poca riflessione e competenza delle autorità preposte alla decisione, ragion veduta forse come il Tar ha motivato nella sentenza, contenenti una irragionevolezza alla base delle motivazioni.          A questo punto direi che la giunta Savarese con tutti gli affiliati abbia fallito di nuovo, e all’interno di questa situazione ci sono le responsabilità di tutta la piramide amministrativa. II vero problema della questione è l’incapacità gestionale e amministrativa che li contraddistingue sotto tutti i punti di forza di un’amministrazione inadeguata e incapace di gestire la res pubblica. Ora dopo tutte le precedenti parcelle pagate agli avvocati durante questo iter legislativo, ci ritroviamo a pagare un’ulteriore parcella per il ricorso al Consiglio di Stato, quest’ultima, è costata alle casse del Comune di Ardea e alla cittadinanza tutta circa 18.484,28.                                                                                                        Chi restituirà i soldi alle casse del comune, forse i veri responsabili ? Oppure i cittadini , che pagano le vostre scelte scellerate, con i soldi delle loro tasse? Il Sindaco va sui social a dire … “I cittadini di Ardea non pagano le tasse, sono evasori fiscali”. Perché il primo cittadino non va sui social a dire che le scelte scellerate hanno determinato uno sperpero di denaro pubblico? Perché continuare a sperperare se si continuano a perdere le cause legali?Questa non è la filosofia del movimento cinque stelle, forse qualcosa non quadra, è possibile che nessun amministratore di Ardea, si accorge che qualcosa non va? Dove siete amministratori a cinque stelle! E se ci siete battete un colpo……..

Consigliere comunale di FDI Dott.ssa Edelvais Ludovici