REVOCARE L’ONORIFICENZA A TITO DEVE ESSERE UN GESTO BIPARTISAN

447

 

Riceviamo tramite Benito Pavazza, presidente Comitato Provinciale di Latina ANVGD

Lo chiede Renzo Codarin Presidente Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

L’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, la più antica e diffusa sul territorio italiano tra le sigle associative degli esuli istriani, fiumani e dalmati, già a maggio 2013 chiese al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di revocare l’onorificenza “al Merito della Repubblica Italiana” conferita a Josip Broz “Tito” nel 1969. La risposta del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica spiegava che, da regolamento della benemerenza, non si poteva procedere in quanto l’insignito era nel frattempo defunto e non poteva quindi difendersi dalla richiesta di revoca. Da allora sono cadute nel vuoto le richieste del mondo della diaspora adriatica affinché un’iniziativa parlamentare modificasse la procedura inerente tale onorificenza e si potesse così provvedere alla revoca non solo nel caso del dittatore jugoslavo, le cui responsabilità nei massacri delle foibe e nell’esodo dei nostri connazionali del confine orientale sono ormai acclarate, ma pure con riferimento ad eventuali altri insigniti dimostratisi poi indegni del riconoscimento, anche post mortem. La mozione dell’assessore della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Pierpaolo Roberti, che chiede al Governo di intervenire in merito, potrebbe andare finalmente in questa direzione, ma non vorremmo che si trattasse di un’estemporanea iniziativa, presentata in piena estate e senza un adeguato lavoro preparatorio con le diverse componenti del Consiglio regionale e con l’associazionismo giuliano-dalmata. Lo spirito bipartisan che dovrebbe caratterizzare siffatta istanza è già stato compromesso dalla dichiarazione del consigliere Furio Honsell, il quale ha rispolverato come un merito capace di sanare i crimini compiuti nella fase finale della Seconda guerra mondiale  l’ambiguo ruolo di Tito nella Guerra fredda. Negli anni in cui fu insignito di questa onorificenza, infatti, il padre-padrone della Jugoslavia manteneva un rapporto ondivago con la centrale del comunismo sovietico e nel frattempo si presentava nello scacchiere balcanico come interlocutore privilegiato delle potenze occidentali, le quali garantivano supporto economico (e se necessario militare) e contribuivano a stendere una coltre di silenzio sui crimini del regime nei confronti dei suoi oppositori e ancor prima contro la comunità italiana dell’Adriatico orientale. Auspichiamo che le parti politiche riescano a confrontarsi serenamente su questa tematica, affinché, anche con il coinvolgimento di tutte le associazioni degli esuli, venga elaborata una richiesta condivisa di modifica di una legge che consente di ritenere un benemerito della Repubblica chi si macchiò di tanti crimini nei confronti di migliaia di nostri connazionali e perseguì, dietro il paravento della lotta antifascista e di liberazione nazionale, un violento progetto annessionista nei confronti di terre di cultura, lingua e tradizione italiana. Trieste, 29 agosto 2018

Renzo CodarinPresidente Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmaziainfo@anvgd.it

Foto1 JOSIP BROZ – TITO ph by WIKIPEDIA

Foto 2 LATINA monumento martiri delle foibe (ph by G Compagno 19.6.2015)

(Pagina a cura di Gianfranco Compagno)