“SONO EDOARDO” QUANDO LA SEMPLICITÀ DI UN SORRISO ARRIVA DRITTA AL CUORE.

347

 

Grande serata quella di sabato 28 maggio al teatro Europa di Aprilia.

di Federica Fiorelli e Cinzia Cottini

È la volta di Edoardo Leo, che in un mix di semplicità e atmosfera familiare riesce a rubare il silenzio della sala gremita di chi attende di essere rapito da una performance che ha rivelato tutto il suo stile.Tono pacato, un semplice ma intenso fluire di parole, una satira che non ha bisogno di esprimersi in un set scenografico di effetto. Trapela il sentimento di chi l’arte la sente, la ama, la sceglie e la cura.

Ti racconto una storia… Questo il titolo dello spettacolo, ma lui ha fatto più di questo. E noi, due educatrici, spettatrici, vi raccontiamo di emozioni e sensazioni. E quel sentimento, ce lo trasmette e torna al mittente in un’ autentica risata.

Non siamo certo reporters, ma in un gioco di ruolo abbiamo pensato di esprimere il nostro umile punto di vista. In un tempo che ci vede sempre più aridi di parole, postumi dal preservarci da relazioni se non virtuali, Edoardo ci racconta, narra di sé così come di uno dei tanti spettatori presenti. Uno di noi, ma con l’intento di riflettere tutti sull’arte del saper comunicare.

Già perché è un’arte, e come tale deve risultare bella perché piace, e deve piacere perché è bella! Gioco di parole, ma è anche questo che facciamo ogni giorno coi nostri bambini. Educare all’oggettivita’ del bello pur salvaguardando l’arte del saper scegliere, espressione di una individualità che da adulto magari, come Edoardo, sapra’ restituire agli altri il valore dell’arte di restare se’ stessi, apprezzando il bello della vita.

Mille modi, mille situazioni, un unico scopo: restituire senso alle parole dette e ancor più a quelle ascoltate.Il potere della narrazione diventa mito, espressione umana di riuscire persino a credere in qualcosa anche se non esiste… L’implicito messaggio dei rischi di “sentire” senza mettersi in ascolto, lo trasmette beatamente tra una battuta ed un’altra, ed un pubblico che tra le chiassose risate annuisce col capo. Sembra quasi che tutti sussurrino: “è proprio vero..”

E magari qualcuno qua e là si interroga sul proprio mondo, e chissà, su quante volte gli sia capitato di essere vittima o artefice di un narrato effimero, finto o mai ascoltato.E ancora, veste i panni umili di chi chiama al suo fianco sul palco l’unico bambino presente,  e mostra il suo cuore nel toglierlo elegantemente dall’empasse di un evidente imbarazzo nel dover raccontare una barzelletta di fronte ad un folto pubblico… Il nostro sguardo compiaciuto riconosce subito quella sensibilità che non va certo spiegata.

E il suo geniale compagno di avventura Jonis Bascir che con una semplice chitarra e tutto il suo carisma di improvvisazione ha ben condito questo monologo, eseguito non solo sul palco ma anche fra noi, non mancando certo di ironia e comicità. E si, perché è fra noi che vuole stare: giri l’angolo nel retro del teatro e lui è lì e placidamente ti guarda e dice “sono Edoardo”, confermando quella semplicità del ragazzo del muretto…

Ovazione di applausi e rientro in scena, nel perfetto stile di chi vuole lasciare l’ultimo ma incisivo segno di comico intrattenimento, all’insegna di una romanità, che in una sola sera, anche se solo per un paio di ore, è riuscita a creare quello spirito solidale , che oggi più che mai dovrebbe imperare nel nostro animo.

Che dire di più…bravo Edoardo, hai fatto centro. Potremmo dire che la tua autenticità resta tale, che sia sul set o in privato. E per finire, perché non fermarsi in mezzo a noi, fra i flash di uno scatto che state certi porterà in sé molto più di un’icona!