SONO PASSATI GIA’ 10 ANNI DALLA MORTE DEL SINDACO DOEMNICO D’ALESSIO

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Il 26 febbraio 2022 ricorre il decimo anniversario dalla morte del sindaco Domenico D’Alessio. Il sindaco Terra: “Percorso condiviso prima nel partito socialista e poi come socialisti”

L’amministrazione comunale intitolerà a lui la biblioteca della Menotti Garibaldi. La storia di un uomo che ha fatto storia in città

di Riccardo Toffoli

Sono arrivati. La data fatidica dei 10 anni dalla scomparsa prematura di Domenico D’Alessio, sindaco della nostra città, colui che ha cambiato il futuro politico di Aprilia. Domenico D’Alessio si è spento il 26 febbraio 2012. Siamo ad una data simbolica: 10 anni dalla scomparsa. L’amministrazione comunale intitolerà a lui la nuova biblioteca della Menotti Garibaldi. Lo farà venerdì, in occasione di questa data importante. “Il ricordo che ho di Domenico è di un percorso politico lungo condiviso prima nel partito socialista e poi da socialisti. –ricorda il sindaco Antonio Terra- Abbiamo messo in piedi questo progetto politico che ha radici profonde. Lo dobbiamo a lui. Questo progetto resiste ancora oggi e andrà avanti anche nella prossima legislatura”. D’Alessio era originario della terra d’Abruzzo, nato il 27 giugno 1948. Lui stesso teneva stretto il ricordo della sua famiglia, dei suoi genitori e di quando, da abruzzese, nonostante la giovanissima età, andasse a cavallo. “Cavalcavo a pelo, senza sella, e per di più scalzo” –ricordava lui stesso col sorriso. Mantenne con la sua terra d’origine un rapporto costante ed era membro attivo dell’Associazione Abruzzese. La famiglia si trasferì ad Aprilia in cerca di fortuna, in una città che si andava sviluppando economicamente grazie agli insediamenti industriali e alla Cassa del Mezzogiorno. Domenico passò gran parte della sua vita alla Bristol come uomo di fabbrica e caporeparto, un’azienda tra le più importanti del polo chimico-farmaceutico della provincia di Latina. La passione politica lo avvicina subito al Partito Socialista Italiano. Domenico D’Alessio era e sarà sempre socialista, anche quando Tangentopoli travolse il partito. Insieme a lui, c’era Luigi Meddi forse l’uomo politico più forte del socialismo apriliano dell’epoca, anche lui scomparso nel 2004 nel pieno del mandato di sindaco. Antonio Terra condivide con D’Alessio l’origine abruzzese e l’appartenenza ai valori di un socialismo che nel cuore non si è mai spento.

DA CONSIGLIERE COMUNALE A SINDACO

La carriera politica di Domenico D’Alessio inizia ufficialmente nel 1990, quando viene eletto consigliere comunale del Psi. È la stagione dorata, che tutti ricordano con rimpianto, della prima giunta Meddi. Lui ricopre il ruolo di assessore. Disse di quel periodo: “Ero assessore non per carriera politica. Ero un po’ ingenuo”. Rimane in aula consiliare per 20 anni, restando fedele al garofano rosso, anche quando il Psi era diventato un ricordo. Prese la tessera dello Sdi e di tutti quelle sigle che nel tempo rinverdivano i fasti del passato socialista italiano. Nelle elezioni del 2005 decise di appoggiare, con tutto il centrosinistra, il candidato sindaco Mario Stradaioli, figlio di Giacomo esponente di spicco del Pci apriliano e imprenditore. Vinse Calogero Santangelo e iniziò una battaglia molto accanita dai banchi del Consiglio comunale. Si ritrovò compagni di questo viaggio, i suoi storici amici Bruno Di Marcantonio e Antonio Terra che con Forum fece la scelta di appoggiare Santangelo in campagna elettorale ma che si mise subito all’opposizione. In quest’impresa li seguì Mario Berna all’epoca consigliere di An e Benito Murri, leader storici della destra apriliana. E così dopo la caduta di Santangelo, si presentò come candidato sindaco di una coalizione prettamente civica che aveva un orizzonte politico molto vasto, da destra a sinistra, ma che aveva al suo interno tutte persone che volevano sentirsi “libere” dai vincoli e dalle imposizioni dei partiti. Questa coalizione civica era composta da Forum per Aprilia (la lista di Antonio Terra), Aprilia Domani (la lista di Bruno Di Marcantonio), L’Altra Faccia della Politica (la lista di Mario Berna) e Terzo Polo Aprilia Futura (la lista degli ex socialisti vicini allo stesso Domenico). Famosi i suoi tre “no” che rappresentavano il fulcro del suo programma elettorale: No ad Aser, No alla turbogas e No ad Acqualatina. Al ballottaggio con Ilaria Bencivenni che era portata da una grande corazzata di centrodestra, D’Alessio vinse le elezioni in modo schiacciante. Ottenne quasi il 68% dei voti. Era il 7 giugno 2009. Tutti i giornali ne parlarono, compreso il Corriere della Sera, come della vittoria di un sindaco socialista che ha saputo piegare i partiti. Oggi sembra quasi la normalità, ma all’epoca fu un qualcosa di mai visto a livello nazionale. “I cittadini hanno preso coscienza della volontà collettiva di un riscatto morale, hanno dimostrato di voler decidere le proprie sorti” –commentò all’epoca il risultato. La vittoria fu talmente sentita in città che la sera stessa in piazza si riversarono tantissime persone per festeggiare e brindare.

D’ALESSIO SINDACO

Chi studierà la sua figura, sarà più specifico sicuramente di questo breve ricordo, quanto dovuto, ad una figura che ha cambiato il corso della politica apriliana. Domenico D’Alessio era un sindaco presente h24. Si è ritrovato a gestire una situazione non facile: una crisi finanziaria pesante dovuta alla vicenda A.ser e Tributi Italia. Dei tre no, riuscì a portare a casa solo questo, con l’apertura dell’ufficio tributi comunale ancora operativo. Domenico apriva e chiudeva il Comune. Era nel suo ufficio sette giorni su sette e non c’era cosa che non passasse sotto la sua supervisione. Viveva l’ufficio più della sua casa. La sera delle varie elezioni apriva il Comune e attendeva con il suo gruppo di amici e sostenitori politici gli esiti davanti ad una pizza o una birra. Essendo la sua, una maggioranza eterogenea, c’era chi tifava per il centrodestra e chi come lui tirava per il centrosinistra. Erano assolutamente spassose le discussioni tra lui e Benito Murri, una delle sue più importanti spalle per reggere l’ala destra della coalizione civica. La politica si viveva e si respirava tutta la giornata. In occasione di un suo compleanno, gli venne regalata la televisione che ancora oggi è presso l’aula del sindaco di piazza Roma. Tanto era diventato quell’ufficio la sua prima casa. Lavorava tantissimo, ascoltava tutti i cittadini e si prodigava come poteva. Non era facile farlo in una condizione finanziaria così delicata.

LA MORTE

Sabato 25 febbraio del 2012 aveva passato la giornata come le altre tra impegni politici ed istituzionali. La sera preferisce stare insieme a parenti e amici stretti, vedendo la partita di calcio. Giocavano Milan-Juve. Il calcio era una delle sue passioni. Durante la partita, secondo le testimonianze di amici stretti, D’Alessio ha iniziato ad accusare qualche malore. Viene portato in clinica ad Aprilia. Da qui viene trasferito d’urgenza al dipartimento sanitario di Tor Vergata dove, dopo gli accertamenti del caso e una coronarografia che ha messo in evidenza alcune criticità, i medici hanno deciso di intervenire. D’Alessio è entrato in sala operatoria e non si è più svegliato. A lui è dedicato già l’asilo nido comunale costruito con i fondi del Plus che lui stesso riuscì a portare ad Aprilia. Alcuni ricordano che prima di andare in sala operatoria, D’Alessio stesso si raccomandasse di completare l’iter per l’accesso ai fondi che poi effettivamente portarono ad Aprilia: l’asilo nido, la serra fotovoltaica, la ristrutturazione dell’ex Claudia, la pista ciclabile e altri interventi. Gli subentrò il vicesindaco e attuale sindaco Antonio Terra. Il suo funerale venne officiato sul sagrato della chiesa di San Michele Arcangelo dall’allora vescovo di Albano Marcello Semeraro di fronte a tantissime autorità civili e militari ma soprattutto di fronte ad una moltitudine di cittadini che veramente gli hanno voluto bene. E questo grande affetto ancora permane nel sentire comune delle persone. Lo si vede ad esempio nel profilo facebook di Domenico D’Alessio che ancora c’è e che spesso, ancora oggi, si riempie di messaggi di affetto e di vicinanza, di ricordi, di rimpianto. “Sono partecipe dello stupore della città –ha detto il vescovo Semeraro nella cerimonia funebre- Ho conosciuto D’Alessio tempo prima che avesse responsabilità pubbliche. E’ stato un uomo retto. La prova della rettitudine del suo cuore era il sorriso spontaneo che gli brillava sul volto”. Per il consiglio comunale di Aprilia parlò Michela Biolcati Rinaldi, donna di stretta fiducia del sindaco D’Alessio. “Venivi dalle montagne dell’Abruzzo –disse Biolcati- non ti spaventavano le salite ripide”. Per la giunta intervenne l’assessore alle finanze Antonio Pio Chiusolo. “Continueremo nel tuo esempio –spiegò-altrimenti andremo a casa”. Terminata la cerimonia, il carro funebre si è diretto verso il cimitero di Aprilia sotto un continuo scrosciare di applausi. Oggi i resti riposano vicino a Luigi Meddi, due sindaci morti nel pieno del loro mandato, entrambi socialisti, entrambi politici di razza che avevano fatto dell’ufficio di piazza Roma la loro seconda casa.