PIAZZA ROMA A CONFRONTO CON PIAZZA DI SPAGNA: VINCE PIAZZA ROMA!

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Da sinistra: ing Federica Risoluti in collegamento telefonico, ing Chiara Mencarelli e arch. Roberto Nardinocchi

Uno studio degli ingegneri Chiara Mencarelli e Federica Risoluti spiega che in termini di vivibilità sia preferibile piazza Roma che Piazza di Spagna a Roma

Una piazza bellissima che merita di essere salvaguardata e rispettata

Il primo progetto di piazza Roma firmato dall’ing. Luciano Giovannini in Comunità Parrocchiale giugno-luglio 1974 (archivio Nardinocchi)
Da sinistra: ing Federica Risoluti in collegamento telefonico, ing Chiara Mencarelli e arch. Roberto Nardinocchi

Piazza Roma dopo la demolizione della casa del fascio

 

di Riccardo Toffoli

Piazza Roma di Aprilia a confronto di Piazza di Spagna a Roma. Sarebbe scontato dire che non c’è paragone e che Piazza di Spagna ha tantissimi punti in più della nostra piazza civica. E invece non è così. A vincere la sfida sarebbe piazza Roma secondo uno studio condotto da due ingegneri edili in architettura Chiara Mencarelli e Federica Risoluti. Le abbiamo incontrate presso lo studio apriliano di Roberto Nardinocchi che è l’ideatore di piazza Roma. Per un esame all’università La Sapienza di Roma, entrambi gli ingegneri hanno avuto il compito di progettare un quartiere, il quartiere sotto Ponte Marconi. Il problema che si è posto subito è come impostare una piazza che da una parte abbia una fermata importante della metropolitana come appunto è piazza di Spagna e nel contempo una piazza vissuta per il quartiere come poteva esserlo piazza Roma. “Il confronto nasce in maniera del tutto provocatoria –spiega Federica Risoluti- Siamo stati molto tempo a studiare piazza di Spagna e siamo stati una giornata lì per analizzarne la vivibilità. Piazza Roma la conosciamo, qui abbiamo passato l’infanzia. Quel confronto che sarebbe ovvio e che propenderebbe per piazza di Spagna, ovvio non è. Piazza di Spagna manca di un punto di raccolta, non c’è posto per sedersi. Piazza di Spagna è il luogo ideale per passare circa 15 o 20 minuti e nulla più, scattarsi un selfie e dire che si è stati a Piazza di Spagna. Più di 20 minuti a piazza di Spagna non si può stare. Piazza Roma invece, è una piazza vissuta e vivibile e può adattarsi ad un modello ideale di piazza di quartiere come appunto quello che dovevamo progettare. Già quando eravamo giovani, a piazza Roma ci riunivamo in più gruppi, ognuno aveva il suo angoletto. A piazza Roma tutti passano la loro giovinezza. Ma la piazza è adatta per qualsiasi tipo di età: dalle famiglie che portano a giocare i loro bambini alle persone più anziane che trovano lo spazio per chiacchierare”. “Piazza Roma quindi –continua l’ingegner Chiara Mencarelli- è un punto di riferimento per tutti i cittadini. In piazza Roma si organizzano eventi, penso ad esempio ai mercatini, agli stand di San Michele. È un luogo di ritrovo per i giovani che possono fare tardi la sera e chiacchierare indisturbati. In piazza Roma del resto non ci sono abitazioni e quindi non si dà fastidio a nessuno. Chi da giovane non ha chiacchierato fino a notte inoltrata in piazza Roma?”. Insomma Piazza Roma a differenza di Piazza di Spagna avrebbe le carte in regola per essere indicata come un modello di piazza vivibile per un quartiere. Eppure il dibattito su piazza Roma non si è mai esaurito.

LA STORIA – L’amministrazione comunale aveva presentato qualche tempo fa un nuovo progetto per piazza Roma che di fatto la rasava di nuovo al suolo. Su piazza Roma il dibattito non si è mai spento. Piazza Roma ha visto la luce dopo la demolizione della casa del fascio. Erano gli anni ’60-’70 e la società era in pieno boom economico. Modernizzare e innovare ha comportato una serie di demolizioni di edifici di Fondazione (1937) tra cui anche ciò che si era salvato dalla guerra: il Municipio e la Casa del Fascio. Il primo fu abbattuto per far posto a un edificio più adeguato alle esigenze di un Comune in espansione. La casa del Fascio perché lo stabile era inagibile a seguito dei bombardamenti e forse soprattutto per motivi ideologici. Queste trasformazioni erano inserite nel piano regolatore del ’72. Per qualche tempo dopo la demolizione della Casa del Fascio, piazza Roma era ridotta a fango e polvere. I nostalgici hanno sempre proposto la ricostruzione della casa del Fascio assecondati dalla rivalutazione che la critica d’arte ha concesso dai primi anni del 2000 all’architettura “razionalista” dell’epoca fascista. Per molti anni piazza Roma è stata messa a confronto con l’impianto originario della fondazione che si voleva ricostruire. E ancora oggi su piazza Roma pende questo giudizio politico. Ma la storia delle città è fatta di demolizioni, sovrapposizioni e rimaneggiamenti. Roma ne è un chiaro esempio. Nel 1999 la ricostruzione del campanile così com’era e dov’era non è piaciuto e dopo cinquant’anni pensare di ricostruire la casa del Fascio appare anacronistico. Del borgo di fondazione abbiamo la chiesa di San Michele ricostruita dopo il periodo bellico, la statua di San Michele rimasta lì con le ferite della guerra, l’esempio dei portici di piazza Roma, l’edificio delle Poste e l’ex cinema Pidocchietto. Più o meno insomma, con tante modifiche successive. Un primo progetto di piazza Roma, seguito alla demolizione della casa del Fascio, venne redatto dall’allora ingegnere capo del Comune Luciano Giovannini in collaborazione con il geometra Francesco Sanzone. Venne protocollato il 22 giugno del 1974. La sua approvazione avvenne in maniera formale dalla giunta all’epoca guidata dal sindaco Emilio Vescovi con delibera del 25 giugno 1974. In base a questo primo progetto, la piazza sarebbe stata rialzata di circa mezzo metro, con nel mezzo e ai lati delle fioriere rialzate che fanno da cornice a piante di alto fusto. La piazza sarebbe stata lastricata con blocchetti di porfido e tutta incorniciata di alberi. Intorno ai quattro lati sarebbe stata realizzata una striscia di parcheggio. I lavori vennero appaltati il 14 febbraio 1975. La ditta però fallì e venne proposto un nuovo progetto sempre a firma di Luciano Giovannini e del geometra Francesco Sanzone ma con una new entry: l’architetto Roberto Nardinocchi che ha dato quella fisionomia così particolare che rimane ancora oggi. Il costo totale ammontava a 69milioni 450 mila lire. “Quando ho pensato a piazza Roma –ci confessò in un’intervista Nardinocchi- avevo in mente le tante piazze italiane. Ogni piazza ha delle quinte. Il passante si guarda intorno e apprezza ciò che c’è. Questa piazza, invece, aveva solo due quinte peraltro molto slegate l’una dall’altra. Ho così pensato che i dislivelli della pavimentazione di piazza Roma potessero sopperire a questa mancanza: invece di guardarsi intorno, si guarda a terra”. Al centro della piazza sarebbe dovuta essere collocata una statua a forma di sfera di Arnaldo Pomodoro. Nardinocchi contattò l’artista che è venuto ad Aprilia per un sopralluogo e acconsentì. Tutta la geometria architettonica si basa su quella forma circolare centrale che è un elemento ricorrente nella produzione di Nardinocchi. L’ha utilizzata anche per gli oblò dell’edificio della Banca Popolare di Aprilia che la nuova gestione ha ritenuto di sostituire senza alcuna esitazione con delle finestre quadrate alterandone l’aspetto compositivo della facciata. La sfericità della statua di Pomodoro nelle intenzioni dell’architetto, così, si sarebbe emanata come un’onda su tutta la piazza. Anzi come due onde sferiche: la prima centrale, la seconda dal lato della fontana. Poi con il cambio di amministrazione, presumibilmente per un problema di costi, la statua di Pomodoro non venne più collocata. Al suo posto il Comune per festeggiare i 60 anni, nel 1997, comprò la statua di Umberto Mastroianni “Evoluzione, gioco lunare”. È l’ultima opera del grande maestro che morì poco dopo. “Umberto Mastroianni venne ad Aprilia e pensò che questa fosse l’opera più idonea per la piazza –dice Nardinocchi- secondo lui Aprilia sorgeva dalle acque e così questa scultura sarebbe dovuta emergere dalle acque. Invece contrariamente alla volontà dell’artista, è stata collocata sopra la fontana”. Ciò non ha impedito nel tempo una lenta e continua corrosione. Del resto il gioco geometrico della statua, con il richiamo al cerchio sembrava comunque calzare bene con Piazza Roma. Piazza Roma è un’opera d’arte ormai storica della città che merita di essere rispettata. Viene considerata da molti artisti come Luca Zevi o Luigi Gheno (l’artista del monumento ai caduti in piazza della Repubblica) come una delle più belle piazze italiane. Chi ha la fortuna di affacciarsi dal municipio di piazza Roma, soprattutto nelle belle giornate assolate, si ritrova davanti la libertà della piazza. Un grande slargo che supera per esigenze sopravvenute come l’abbattimento della casa del fascio, l’architettura di fondazione dove tutto doveva essere mantenuto nel controllo completo delle autorità civili e religiose. Piazza Roma è l’emblema della Repubblica Italiana e del boom economico: piazza di democrazia e di libertà e il simbolo della sfera rende benissimo l’idea. Delle foto d’epoca si vedono proprio le due piazze: la piazza di Fondazione squadrata con la chiesa di San Michele e i portici e la nuova sfericità che da piazza Roma contagiava i nuovi palazzi circostanti come appunto l’edificio della Banca Popolare di Aprilia.

L’ABETE DEL 2017 – Ad Aprilia manca una cultura del rispetto della storia che va oltre il dibattito storico, politico e urbanistico di piazza Roma. Per Natale del 2017, sindaco Antonio Terra, l’amministrazione comunale pensò di collocare lì dove doveva esserci originariamente la statua di Pomodoro, un bellissimo e grandissimo abete. Tanto grande che per farlo entrare, la ditta ha dovuto provvedere alla distruzione del cerchio centrale deturpando drammaticamente le geometrie di piazza Roma che appunto si basano tutte sul cerchio. Rivendicò anche con veemenza l’intervento, più volte denunciato su queste colonne, l’allora assessore ai lavori pubblici Mauro Fioratti Spallacci. Come previsto, l’abete non durò che un anno e ora ci troviamo un ovale al posto del cerchio per nulla. Così come si era impegnato a fare, l’ex assessore ai lavori pubblici Mauro Fioratti Spallacci dovrebbe collocare lì una targa a memoria dello scempio, perché fatti del genere non debbano più accadere nella nostra città. Ripristinare il cerchio centrale oltre che a sistemare alcune aree della piazza, sarebbe un obbligo manutentivo per l’amministrazione comunale.

PIAZZA ROMA: IL TENTATIVO DI TRASFORMARLA IN PARCHEGGIO – La precedente amministrazione Terra ha dato il via ad un programma di rimodernizzazione del centro urbano. Due erano i progetti. Il primo ha riguardato largo Marconi ed è stato firmato dall’ingegner Paolo Colarossi. Un intervento di 400 mila euro, lungi dall’essere attivato nell’immediato e ancora in piedi, che prevede la pedonalizzazione di tutta la piazza mediante l’eliminazione dei 12 stalli di parcheggio attualmente esistenti e nell’estensione dell’area pedonale fino a intercettare l’asse di via dei Lauri. Il secondo progetto riguarda invece, la sistemazione di piazza Roma. Era stata proposta la trasformazione di tutta l’area con la realizzazione di un parcheggio sotterraneo a project financing, ossia pagata dal privato in cambio della gestione economica del parcheggio. Il progetto venne bocciato. Nel 2019 però si era affacciata una nuova ipotesi per la piazza centrale: il concorso di idee. Secondo il nuovo assessore ai lavori pubblici Luana Caporaso la nuova sistemazione di piazza Roma sarebbe dovuta emergere dalle proposte dei cittadini e delle associazioni. Il progetto vincente poi sarebbe stato finanziato con project financing dalla ditta che avrebbe preso in appalto i parcheggi cittadini e che avrebbe dovuto, inoltre, sistemare i piazzali delle stazioni ferroviarie, in particolare di Aprilia e Campoleone. Si è alzata una protesta popolare che ha di fatto sospeso l’iter dell’iniziativa attualmente ancora nel cassetto dell’amministrazione. In una recente intervista però, l’assessore ai lavori pubblici Luana Caporaso ha parlato non più di un “concorso di idee” ma di una “valorizzazione di piazza Roma”.

IL CORAGGIO DELLA PEDONALIZZAZIONE – A Piazza Roma non servono tanti interventi. Servirebbe ripristinare il cerchio centrale, alcuni interventi migliorativi di manutenzione (anche della statua di Mastroianni) e soprattutto servirebbe il coraggio di rendere l’area completamente pedonale. Non costerebbe nulla all’amministrazione e Latina ad esempio l’ha già fatto da tempo con grande successo. “La pedonalizzazione di piazza Roma è importantissima –ci spiegano gli ingegneri Mencarelli e Risoluti- oggi piazza Roma continua ad essere vissuta dai giovani la sera, ma anche dalle famiglie e dagli anziani. Non bisogna pedonalizzare tutto il giorno. Si potrebbero valutare delle ztl temporanee. Ad esempio la sera e la notte, di modo da evitare anche lo stazionamento delle vetture in doppia e tripla fila la sera oppure lo sfrecciare dei veicoli. Ma anche si potrebbe valutare una ztl in fascia pomeridiana. Ad esempio dalle 16.30 in poi. Questo consentirebbe anche un maggiore sviluppo dell’asse commerciale cittadino. Le città europee ormai hanno tutte i centri pedonalizzati. Il caos delle macchine rende gli spazi molto più piccoli. Se gli spazi vengono ridati ai cittadini, questi se ne appropriano subito. Succede così ovunque. Se si pedonalizza piazza Roma, la gente inizia a riprendersi quello spazio uscendo di casa e questo va a vantaggio dei commercianti del centro”.

DARE PIU’ LUCE – Le due ingegneri hanno ricordato come piazza Roma in passato fosse “spartita” da gruppetti di ragazzi in ogni angolo. L’attuale illuminazione però non rende giustizia a piazza Roma specie durante la notte. Si comprendono tutte le ragioni di fare economia ma non si capisce perché non si possa fare una programmazione sull’illuminazione che sia funzionale alla valorizzazione degli spazi. Ora i gruppetti dei ragazzi non ci sono perché la piazza è di fatto al buio e la sera i ragazzi sono costretti a collocarsi tutti insieme nei muretti del lato destro (di fronte alla chiesa) dove c’è maggiore illuminazione. Ciò comporta anche un parcheggio in doppia e tripla fila delle vetture su un lato dove tra l’altro non è neanche prevista la sosta. Ripensare ai punti luce non comporterebbe un aggravio dei costi energetici per il Comune. “Quando ho pensato alla piazza non ho pensato ai punti luce –ci dice Nardinocchi- ma sappiamo che l’illuminazione è importante e ha una grande funzione architettonica e sociale”.